Intervista a un amico di Emilia Fiorini - Roma
Avevo studiato la lingua francese: bella ma poco utile nella vita; più utili spagnolo e inglese.
Per complicarmi la vita, vado a vivere in Inghilterra. A 60 km. da Londra, abito con due brasiliani, vado a scuola di lingua, poi ad abitare con un compagno di scuola, coreano. Io latino, in paese anglosassone, vivendo al modo orientale. Poi alloggerò da una professoressa di inglese per stranieri, ma norvegese. C'erano altri tre ragazzi inglesi: con la lingua me la sono cavata dopo sei mesi di permanenza lì.
Ho capito che ci sono dei caratteri comuni, nonchè delle differenze.
Di estate arrivano gruppi di studenti, non ci sono vacanze. E' arrivata una miriade di studenti russi tra i 13 e i 18 anni, indice di un ritrovato equilibrio con la ex Unione Sovietica. Poi, l'incontro con un polacco e uno svedese, che con un greco, un lituano e due ragazze polacche ed una francese - pur non conoscendosi - hanno lavorato insieme attraverso una struttura dell'Unione Europea - mi hanno dato la sensazione piena dell'Europa.
Ed anche mi hanno permesso dei distinguo: gli inglesi per loro conto, un po' anche i francesi; mi ha stupito che i tedeschi si comportino in modo più aperto; si, mi sono stupito: li credevo più freddi, meno passionali. Ma i giudizi scaturiscono dal confronto con noi.
A livello di Europa avevamo idea abbastanza simile, buona. Non per l'appartenenza a un continente, ma la sensazione di appartenere a qualcosa di grande e di simile.
Non deriva da radici lontane, ma dalla volontà di crescita e di scambio.
Per complicarmi la vita, vado a vivere in Inghilterra. A 60 km. da Londra, abito con due brasiliani, vado a scuola di lingua, poi ad abitare con un compagno di scuola, coreano. Io latino, in paese anglosassone, vivendo al modo orientale. Poi alloggerò da una professoressa di inglese per stranieri, ma norvegese. C'erano altri tre ragazzi inglesi: con la lingua me la sono cavata dopo sei mesi di permanenza lì.
Ho capito che ci sono dei caratteri comuni, nonchè delle differenze.
Di estate arrivano gruppi di studenti, non ci sono vacanze. E' arrivata una miriade di studenti russi tra i 13 e i 18 anni, indice di un ritrovato equilibrio con la ex Unione Sovietica. Poi, l'incontro con un polacco e uno svedese, che con un greco, un lituano e due ragazze polacche ed una francese - pur non conoscendosi - hanno lavorato insieme attraverso una struttura dell'Unione Europea - mi hanno dato la sensazione piena dell'Europa.
Ed anche mi hanno permesso dei distinguo: gli inglesi per loro conto, un po' anche i francesi; mi ha stupito che i tedeschi si comportino in modo più aperto; si, mi sono stupito: li credevo più freddi, meno passionali. Ma i giudizi scaturiscono dal confronto con noi.
A livello di Europa avevamo idea abbastanza simile, buona. Non per l'appartenenza a un continente, ma la sensazione di appartenere a qualcosa di grande e di simile.
Non deriva da radici lontane, ma dalla volontà di crescita e di scambio.
renata caratelli - 4. Dec, 17:03